Gli errori che ho fatto all'inizio della mia carriera (e che spero tu possa evitare)

Quando ho iniziato il mio percorso lavorativo non avevo una direzione chiara. Cercavo un lavoro, senza chiedermi quale fosse il percorso giusto per me. Ecco quali errori ho commesso.

Quando penso agli inizi della mia carriera, mi rendo conto di quante lezioni avrei potuto imparare prima, se solo avessi avuto maggiore consapevolezza. La mia mente va indietro e ripesca i momenti più importanti del mio percorso: errori di valutazione, aspettative, ideali irraggiungibili e consapevolezze alle quali sono arrivata dopo. Oggi voglio condividere con te, in modo molto trasparente (come sempre faccio) tutto questo, per aiutarti, far sì che tu riesca a riconoscerli e a evitarli in futuro. Lo ammetto: se qualcuno mi avesse aiutato a identificare prima questi errori avrei sofferto meno e non mi sarei chiusa a tante opportunità.

Poi, sono consapevole del fatto che tutto arriva al momento giusto. Una delle nostre grandi capacità, come esseri umani, è essere in grado di dare un senso alle cose che accadono. Connettere i puntini e raccontare la propria storia è qualcosa che dovremmo fare tutti, quindi non bisogna nascondersi dietro agli errori fatti. Gli errori sono inevitabili, fanno parte del processo di crescita. Riuscire a identificarli, avendo una mappa chiara, può aiutare molto. Aiuta sicuramente a fare le azioni giuste, e a non disperdere energie.

Errore 1: Non sapere dove andare

Quando ho iniziato il mio percorso lavorativo non avevo una direzione chiara. Cercavo "un lavoro", senza chiedermi quale fosse il percorso giusto per me. Complice il bisogno di indipendenza economica, vedevo al raggiungimento del "contratto a tempo indeterminato" la massima aspirazione in quel momento della mia vita. Sapevo che avrei voluto lavorare all'interno di una grande azienda ma questo mi ha portato a candidarmi a ruoli poco adatti alle miei competenze e interessi, perdendo molto tempo.

Consiglio: prima di inviare CV a raffica, fermati. Fai un’analisi:

  • Quali sono i tuoi punti di forza?
  • Quali ruoli o settori ti ispirano davvero?
  • Dove vorresti essere tra 3 o 5 anni?

Chiaramente tra 3-5 anni sarai una persona diversa da oggi ma avere una direzione chiara è necessario e orienta le tue scelte. Senza direzione si naviga a vista e perdi il senso di ciò che fai.

Errore 2: Non sapermi presentare

All'inizio del mio percorso non sapevo raccontare per bene chi ero, cosa sapevo fare e non fare ma soprattutto cosa avevo da offrire. Durante i colloqui balbettavo risposte vaghe e confuse, non lasciavo il segno. Avrei dovuto allenarmi nell'esposizione, comunicare in modo chiaro, rispondendo puntualmente alle domande dell'HR o dell'hiring manager. Non mi ero mai vista da questo punto di vista: fare un colloquio di lavoro per me significava vincere una partita, partita alla quale partecipavo non giocando bene le mie carte. Una volta un manager mi disse, alla fine della mia presentazione: non ho ben capito cosa sai fare. E aveva ragione. Avevo dato l'idea di saperne un po' di tutto ma nel concreto? Non mi ero preparata, non mi ero focalizzata sui bisogni dell'azienda in quel momento quindi non sono riuscita a passare il messaggio che ero la persona giusta per risolvere i loro problemi.

Consiglio: allenati a presentarti in modo semplice ma efficace. Pensa al tuo elevator pitch, quella presentazione di 30 secondi - 1 minuto che riassume il tuo valore:

  • Chi sei?
  • Quali sono le tue competenze principali?
  • Cosa puoi offrire all'azienda?

Devi far pratica e raccontare la tua storia.

Errore 3: Non aver chiari i miei bisogni

Ero così concentrata sull'idea di trovare un lavoro che non mi sono mai fermata a chiedermi: di cosa ho davvero bisogno? Non consideravo aspetti fondamentali come il tipo di ambiente di lavoro, il bilanciamento vita-lavoro, i valori miei e dell'azienda. Volevo far carriera in azienda, ma cosa significava per me? A cosa ero disposta a rinunciare e cosa volevo guadagnare? Con l'esperienza ho capito che ci sono cose che vanno al di là dello stipendio, cose che fanno riferimento alla propria identità, ai propri valori di vita. Questi sono i pilastri che reggono il tutto, senza questi l'impalcatura barcolla e ci si perde.

Consiglio: prima di accettare un lavoro, chiediti:

  • Questa posizione rispetta i miei valori e i miei bisogni personali?
  • Mi offre crescita professionale?
  • Sarà un ambiente in cui posso davvero crescere?
  • Questa posizione mi permette di vivere la vita che desidero?

Non avere paura di dire “no” se il lavoro non corrisponde a ciò che cerchi. Accettare un ruolo che non ti fa stare bene non è mai la scelta migliore.

Errore 4: Attaccarmi emotivamente alle cose

Prendevo ogni rifiuto come un colpo personale. Ogni errore o fallimento sembrava una sconfitta definitiva. Questo mi bloccava, facendomi dubitare delle mie capacità. Tutte le volte che inviavo CV senza ricevere risposta me la prendevo con HR e recruiter che non sapevano fare il loro lavoro, ma soprattutto mettevo in discussione me stessa, chi ero e le mie competenze. Mi aspettavo dei feedback che non arrivavano mai, e quando arrivavano ed erano del tipo "ci dispiace ma abbiamo deciso di proseguire con un altro candidato" me la prendevo tantissimo. Rabbia, frustrazione e malessere generale non mi aiutavano nel percorso di ricerca di un nuovo lavoro, e derivavano da un modo sbagliato di vedere le cose.

Con il tempo ho capito che:

  • le aziende non sono tenute a rispondere a tutti i candidati
  • le aziende, in una fase iniziale della ricerca, non possono rispondere a tutti, né dare feedback
  • Il feedback può arrivare ma può anche non arrivare. E di questo me ne sono fatta una ragione.
  • Un feedback mancato non deve essere l'occasione per mettere in dubbio me stessa. La consapevolezza di me non deve mai vacillare, semmai devo comprendere quali sono le aree di miglioramento e lavorare su quelle.

Semplicemente, mandare CV a caso e non ricevere feedback puntali faceva parte del gioco. Come posso aspettarmi di ricevere un feedback positivo se nemmeno io so riconoscere una posizione alla quale candidarmi?

E, infine, la cosa più importante: ho imparato a non bloccarmi. A non farmi bloccare da un no, dalla paura di scrivere al recruiter per un follow up o per chiedere informazioni sul colloquio, sul processo di selezione. Non mi sono fatta bloccare dalla paura di candidarmi, spontaneamente, a un'azienda nel momento in cui ho capito che mi interessava lavorare lì. Ho imparato ad aprire porte staccandomi dal risultato. Senza l'aspettativa che tutti i tiri andassero in porta, continuando a seminare.

Quindi, se in questo momento stai cercando lavoro e ti sembra tutto così difficile e ingarbugliato, parti da te:

  1. Il lavoro non si cerca solo con un buon CV o usando le parole giuste ai colloqui. Si cerca con una profonda consapevolezza di chi sei e cosa vuoi.
  2. Prenditi il tempo per conoscere te stesso/a, per imparare a raccontarti e per costruire una strategia. Non lasciare che la fretta e l'ansia ti portino a fare scelte di cui potresti pentirti.
  3. Gli errori che ho commesso mi hanno insegnato molto, e mi hanno reso la persona che sono. Ma tu, grazie a queste riflessioni puoi partire con il piede giusto.

Sono Enza Maria Saladino, Career Coach, CV writer e consulente di carriera. Ho lavorato 12 anni in azienda, dal 2020 sono una libera professionista e aiuto gli altri a trovare il proprio posto nel mondo. Non un lavoro qualsiasi, il lavoro giusto.

Se in questo momento stai affrontando un periodo di trasformazione e ti senti in crisi, hai bisogno di ritrovare la rotta e degli strumenti giusti per avanzare nel processo di ricerca del lavoro contattami. Prenota una call gratuita di 30 minuti con me, posso aiutarti: https://calendly.com/enzamariasaladino/prenota-una-call-gratuita

visita il mio sito: https://www.enzamariasaladino.com/

Leggi cosa dicono di me: https://it.trustpilot.com/review/enzamariasaladino.com

blog

Condividere è cura: le nostre storie.