Come lasciare un lavoro che non ti piace e cambiare vita?

Desideri cambiare lavoro? Ti aiuto a capire cosa puoi fare, step by step. Ti racconto cosa mi è successo.

Il desiderio di cambiare lavoro è molto comune, ma spesso l'esigenza di trovare un nuovo lavoro appagante, migliore sotto tanti punti di vista rispetto all'attuale, si scontra con credenze limitanti, paure, difficoltà ad accogliere il cambiamento.
Nel mio percorso di vita ho cambiato diversi lavori. In molti casi, cambiare lavoro mi ha portato a cambiare città, costruirmi nuove cerchie sociali, adattarmi a cultura, lingua e costumi di un paese diverso dal mio. Ho sempre avuto una "passione" per l'abbandono più totale della comfort zone. Per certi versi, più la situazione era difficile più appariva appetibile e da provare al mio sguardo.

Comunque sia, tutte le volte che ho trovato il coraggio di lasciare un lavoro insoddisfacente che mi stava logorando accadevano delle cose: all'improvviso mi trovavo immersa in un periodo di creatività, fertilità e ricchezza interiore. Tutte le volte in cui mi trovavo a rompere quel meccanismo malato che stava inquinandomi l'anima, lì, sono sempre riuscita a fare la cosa giusta, e a rimettermi sulla mia via.

Il mio grande cambiamento: da dipendente a freelance

Potrei parlarti di tanti momenti in cui ho affrontato una crisi lavorativa con conseguente cambio di lavoro.

Ho deciso che qui ti parlerò di una delle ultime esperienze, decisive per il mio futuro. Gennaio 2020, un mese per me travagliato, pesante. Avevo già maturato dentro me l'idea che avrei dovuto lasciare il lavoro e fare altro, solo che non ne avevo il coraggio. Volevo lasciarlo perché erano sempre più frequenti i malesseri e le incomprensioni con alcune persone. Vivevo una situazione di conflitto talmente forte che aveva generato uno stress insopportabile, che in realtà ho sopportato per tanto tempo. E sai cosa ti porta a fare lo stress?

Ti porta ad annullarti, perché ti erode. Si impossessa di te e non ti molla. Fumavo un pacchetto di sigarette al giorno, dormivo 5 ore a notte, avevo gli incubi. Non mi curavo più, ero uno zombie.

Forse fu proprio il fatto di arrivare a non riconoscermi che mi diede la forza per dire BASTA.

Tutti mi dicevano di non mollare, che ce l'avrei fatta. Non fu così.

Successe che a complicare le cose ci si misero gli amici e le relazioni più intime. Queste persone, le persone a me più care, facevano molta fatica a capire quale fosse il mio stato d'animo. Mi vedevano piangere spesso, e spesso accadeva a lavoro. Non riuscivo a stare davanti al pc e a far finta di nulla. Il nodo in gola era troppo forte. D'altronde, tentare di capire me non era proprio la cosa più facile al mondo. Sappi che quando esternalizzi un malessere a una persona che ti vuole bene, quella persona si preoccuperà per te. E molto probabilmente farà prevalere le sue paure, la sua visione del mondo, tutte le volte che si sentirà in dovere di darti dei consigli. Successe questo con me. Gli amici mi dicevano "non sei l'unica a stare così. Ci siamo passati tutti". Oppure "quando troverai altro te ne andrai". Ogni volta che qualcuno pronunciava queste parole cadevo ancora di più nello sconforto. Sai, la verità è una: nessuno potrà mai capirti veramente, perché siamo tutti diversi. Di persone che hanno vissuto una storia simile alla tua ne troverai, ma non potranno mai capire totalmente le tue emozioni, il tuo stato d'animo e i tuoi bisogni.

In questo sta la nostra unicità, e per questo è importante che ciascuno di noi si impegni ogni giorno nel tentativo di conoscere se stesso. Perché ricorda: le decisioni che prenderai apparterranno solo a te.

Così ho lasciato il lavoro.

Successe e basta. Avevo già preso la decisione dentro me, e di certo mi aiutò il percorso di coaching, moltissimo. Quando decisi di lasciare e dare le dimissioni era fine febbraio. Semplicemente lo dissi ai miei capi, fine della storia. Durante quel colloquio cercai di tenere a bada le mie emozioni, ma ricordo mi scese qualche lacrima. Il carico emotivo era tanto... Stavo per chiudere un capitolo importante e non sapevo ancora bene a cosa sarei andata incontro. So solo che quando ciò avvenne e uscii da quella stanza, mi sentivo volare. Era come se tutti quei pesi e sofferenze fossero stati una sfida da affrontare per arrivare a provare quello stato di fierezza, gioia, entusiasmo. Il cocktail emotivo fu intenso, e passato quello mi misi a pianificare tutto il resto.

Cosa mi aiutò a prendere la decisione?

Durante uno dei miei ultimi voli per Amsterdam  iniziai a scrivere una lunga nota sul mio smartphone. In questa nota c'era un lungo elenco di motivazioni che mi avrebbero portando a dare le dimissioni. Custodisco ancora quella nota tra le cose più preziose che ho, perché per me è stato illuminante arrivare a mettere tutto nero su bianco e a rendermi conto che lì, in quei 60 punti, c'era tutto quello di cui avrei avuto bisogno.

In particolare, erano questi i motivi che più degli altri mi portano a maturare la scelta.

1. Fiducia in me stessa

e desiderio di vivere una vita PIENA, dove avrei messo a frutto le mie potenzialità, i miei talenti, la passione che mi ha sempre contraddistinto. Per fare un passo del genere devi avere tanta fiducia in te, che non vuol dire essere arrogante, ma semplicemente riuscire a proiettare quell'immagine di te nel futuro, e vederla esattamente come vorresti.

2. Smettere di sentirmi sempre sbagliata

Ebbene sì. Ero circondata di persone che non perdevano occasione per dirmi: devi far così, non così. Secondo loro sbagliavo perfino atteggiamento, ero troppo "emotiva", prendevo le cose sul personale... Insomma, tutti avrebbero voluto cambiarmi, e ad alcuni ero scomoda perché non mi sono mai negata di fronte alla verità, e ho sempre detto le cose che pensavo. Nonostante ciò, mi sentivo sbagliata, poi però ho capito che di sbagliato in me non c'era proprio nulla. Quello non era il mio mare, non era la mia terra. Avrei dovuto cercarmene un'altra o forse costruirmene una su misura, che è quel che ho fatto.

3. La vita è 1, il senso che le diamo ci appartiene

Per tanto tempo ho permesso a qualcuno di intromettersi nella mia vita. Le persone sono così brave a delineare carriere e percorsi, soprattutto quando questi riguardano gli altri. E invece no, in tutte le scelte che prendiamo coinvolgiamo in primis sempre e soltanto noi stessi. Mi sono resa conto di una cosa importante: se non sono felice che senso ha tutto questo? Che senso ha svegliarsi la mattina e andare a lavoro, dover sopportare persone che non sopporto, farmi dire cosa devo fare e come da persone che non ascoltano, e tutto questo per cosa? Per uno stipendio mensile? Una delle riflessioni che feci fu quella legata allo stipendio, un grosso blocco sul quale dovetti lavorare a lungo... La riflessione fu semplice, alla Tyler Durden di Fight Club: io non sono il mio stipendio.

(Tra l'altro, se non hai ancora visto questo film sei ancora in tempo per recuperare. Io lo avrò visto 20 volte, e lo rifarò altrettante altre. Quindi, te lo consiglio 👇)

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Il senso che diamo alla nostra vita appartiene a noi stessi. Questo è l'unico dovere che abbiamo, fine. Non ci sono scorciatoie. Far vincere i pensieri e i voleri di altre persone (famiglia, scuola, amici, capi, televisione) non è la strada. Perché prima o poi arriverà il momento dove ci sarà da pagare un conto salato.

4. La libertà è la cosa più importante

Ho iniziato a sentirmi libera quando ho dato le dimissioni, e ancor prima quando scrivevo quelle motivazioni, una ad una. Stavo facendo uscir fuori la mia vera ME, avevo iniziato un processo irreversibile. Avevo dato troppo spazio alle credenze degli altri, a credenze che non mi appartenevano. Per un lungo periodo ho inseguito un'idea di successo che non mi apparteneva. Tutti cercavano di smussarmi e di cambiarmi perché io entrassi in quel tipo di mondo X nel quale bisognava esser fatti in un certo modo. Ne vidi tante persone cambiare, o che semplicemente entrando in azienda indossavano una maschera che non gli apparteneva. Io non ero così, ma non perché fossi sbagliata. Avrei dovuto orientarmi su una strada che mi avrebbe permesso di essere libera facendo il lavoro che amo, di godere del mio lavoro perché la mia vita non sarebbe stata solo quello, e di aiutare gli altri a trovare la libertà che cercano.

Ph @MAREN OLLMANN

Com'è andata a finire?

Lasciato il lavoro mi misi a pianificare nel dettaglio e a costruirmi un nuovo lavoro. Ho lavorato per anni nel digital marketing, sapevo che non avrei abbandonato questo settore, anche perché ho sempre amato questo lavoro. Nel frattempo, avevo acquisito una qualifica di coach professionale con una delle più importanti scuole di coaching al mondo. Sarebbe stato un bel punto dal quale iniziare. Cosa ho fatto? Ho iniziato a parlare della mia storia, sempre di più. Qualcuno mi ha scritto, perché si è ritrovato nelle mie parole. Ho aiutato diverse persone non solo a cambiare lavoro, ma a trasferirsi dall'estero in Italia, a strutturare un nuovo percorso di vita, a ricongiungersi con il proprio sé. Oggi sicuramente lavoro molto più di prima, e non ci sono weekend. Coltivo relazioni, aiuto gli altri a crescere e nel mentre cresco anche io. Se c'è qualche sacrificio da fare lo faccio perché voglio, non perché devo. E sai qual è la cosa più bella? Ho smesso di contare le giornate. Ci sono giorni in cui mi sveglio e dico: ma è domenica o lunedì? Mentre prima contavo i giorni che mi separavano dal weekend, adesso non ne ho più bisogno. E questa è la libertà più grande.

Cosa puoi fare tu se vuoi cambiare lavoro?

Anzitutto non c'è una regola. Io non ho la formula magica perfetta, anche perché ho capito che ognuno di noi deve trovare la propria strada. Però posso solo dirti da dove dovrai iniziare: ascoltati. Ascolta il tuo stato d'animo interiore, le emozioni non mentono mai. Se sei in dubbio, piuttosto chiediti: come mi sento? Sono felice qui? Questa è la vita che vorrei?

Dopodiché, pensa a cosa manca e a quale piccolo step puoi fare per inserirlo. Quali sono le paure più frequenti, cosa ti blocca? E ricorda una cosa: non sei il solo o la sola a stare male, non sei il solo a essere vulnerabile o a bloccarsi di fronte a una difficoltà. Hai ragione, dovremmo parlarne tutti un po' di più, per evitare di sentirci le pecore nere della situazione. Ci stiamo provando qui, no? 😊

Cosa posso fare io per te?

Ho deciso di mettere la mia esperienza personale a servizio degli altri. Così come ho aiutato altre persone a sbloccarsi e a trovare la soluzione migliore per se stessi, sappi che posso farlo con te. Se in questo periodo stai pensando di cambiare seriamente lavoro perché non ti trovi bene, non ti soddisfa o perché vorresti fare altro come, ad esempio, provare ad avviare un tuo progetto personale e sviluppare la tua idea, sappi che posso ascoltati. Sono un coach professionale PCC, ICF, esperta in gestione del cambiamento e career coaching. Ti aiuto a trasformare i tuoi talenti in competenze vendibili sul mercato, e a trovare un lavoro che ti soddisfi.

La vita è troppo breve, non vale la pena farsi schiacciare da un lavoro tossico o non tuo. Piuttosto, fatti aiutare, definisci un piano d'azione. E se vorrai sarò lì con te.

Prenota una call gratuita di 30 minuti dove potrai raccontarmi la tua storia e capiamo insieme se e come posso aiutarti.

Enza Maria Saladino - PCC coach | EmpowHer & Career Coach

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