Ti è mai successo di sentirti in continuo confronto con gli altri nel tuo percorso di crescita professionale? A me è successo moltissime volte.
A essere onesta, tutto il mio percorso di crescita in azienda è stato segnato dal confronto continuo. Quando ho iniziato a lavorare desideravo fare la scalata aziendale. Entrata in azienda il confronto con i colleghi e i responsabili era giornaliero. In molte aziende nelle quali ho lavorato l'iter di crescita verticale corrispondeva a precisi standard da raggiungere. Quegli standard erano diventati il mio parametro di giudizio. Dopo un anno nel ruolo desideravo crescere verticalmente e occupare quel gradino sopra, gradino che non mi apparteneva ancora.
Guardavo quasi sempre lì dove non ero. La mia mente era focalizzata non tanto su quel che avevo conquistato ma su quello che mancava. La competizione insita come valore in certe realtà non ha aiutato a scollarmi di dosso questa visione della vita e forse anche questo ha contribuito a far sì che a un certo punto del mio percorso prendessi una decisione, una volta per tutte. Sia chiaro: ho avuto grandi soddisfazioni lavorando in azienda. Mi sono formata, ho costruito relazioni importanti, sono cresciuta nel mio lavoro e come professionista. Ma avrei anche voluto che qualcuno accanto a me mi dicesse: Enza, guarda che i percorsi di crescita non sono solo verticali. Puoi crescere orizzontalmente. Puoi cambiare ruolo, fare altro, assencondare le tue inclinazioni.
Ricordo che una volta, parlando con una mia responsabile, le dissi che mi stavo appassionando di HR. Mi sarebbe piaciuto lavorare di più sulla parte umana, con le persone, sulle soft skills, anziché fare analisi e continuare a capire come migliorare i KPI di una campagna. Mi fu detto che avevo un profilo "troppo" da marketer e che in quell'azienda servivo lì. Mi castrarono e non ci fu modo per me di esplorare quest'area che ritenevo interessante.
Poi arrivò il coaching nella mia vita, strada che percorsi da sola e che oggi rappresenta il mio lavoro. Ma per me significò uscire dalle logiche aziendali, lasciare l'azienda e iniziare a contare su di me. Realizzare il mio progetto personale, senza confronti gerarchici, senza standand ai quali aderire.
Il confronto continuo in azienda stava bloccando la mia crescita.
Se è vero che il confronto può essere uno stimolo potente, dopotutto uno dei vantaggi di lavorare con altre persone è imparare da loro, e questo può spingerci a fare meglio, dall'altro può diventare un'ossessione. Ci fu un periodo della mia vita in cui avevo perso la fiducia in me stessa. Mi sentivo come quando andavo a scuola e i voti scolastici erano la misura del mio successo. Vedevo la mia collega che ricopriva un ruolo simile al mio avere sempre più risorse e persone da gestire. A malapena io avevo uno stagista, mentre lei gestiva tre risorse e trascorreva sempre più tempo con i capi. Non capivo che mi stavo misurando con parametri che non mi appartenevano. Questo contribuiva a farmi sentire inadeguata, anche quando stavo facendo bene.
Comparison is the thief of joy. (T. Roosevelt)
Esattamente questo. Il confronto con gli altri mi stava togliendo tutto quello che avevo all'inizio del mio percorso di crescita professionale: la gioia, l'entusiasmo. La passione per il mio lavoro, il desiderio di apprendere e imparare cose nuove e confrontarmi con nuove sfide.
Quindi fa' attenzione tutte le volte che ti confronti con gli altri. Rischi di cadere in una grande trappola che ti annichilisce.
Il confronto può causarti tutto questo:
1. Sminuisce i tuoi traguardi: quando sei troppo concentrato su ciò che gli altri stanno facendo, perdi di vista i tuoi successi. Ogni piccolo passo avanti sembra insignificante, soprattutto se misurato rispetto ai traguardi altrui.
2. Distrugge la tua autostima: il continuo paragone può far emergere il “non abbastanza”. Non sono abbastanza bravo, non abbastanza veloce, non abbastanza di successo. Questo dialogo interiore mina la tua autostima e ti spinge verso l’inerzia.
3. Ti porta fuori strada: ognuno ha un percorso unico e un tempo diverso per raggiungere i propri obiettivi. Concentrarti sugli altri ti distrae dal tuo cammino, facendoti perdere di vista ciò che realmente conta per te.
Se c'è una cosa che ho fatto, a un certo punto, è stata concentrarmi su di me e su quello che volevo realmente. Mi sono messa davanti allo specchio e ho spostato l'attenzione verso ciò che mancava in quel momento, ed essenzialmente erano 2 cose:
1. Non stavo riconoscendo il mio valore: tutti i piccoli passi che facevo ogni giorno, la mia evoluzione professionale, non venivano celebrati. Tutto questo in sé aveva qualcosa di unico e apparteneva a me e a nessun altro.
2. Non stavo definendo i miei obiettivi personali: anche a causa della mancanza di visione. La visione standard che corrispondeva alla scalata verticale in azienda non mi apparteneva realmente. Per questo non ero in grado di stabilire obiettivi concreti basati sui miei desideri. Avevo perso la bussola.
Quando ho capito che dovevo smettere di guardare fuori e iniziare a guardare dentro, uscendo dalla logica del confronto continuo allora molte cose sono cambiate.
Ho riscoperto i miei valori, ho iniziato a concentrarmi su di me e questo ha segnato l'inizio di un nuovo cammino, dove c'ero solo io lungo i miei binari.
Cos'è cambiato oggi?
Sono libera professionista dal 2020 e ti confesso che scegliere questa strada è stata per me la cosa più difficile ma la corsia preferenziale alla mia realizzazione. Fare di continuo i conti per far quadrare tutto, confrontarmi con altri aspetti del business, non quelli di un'azienda strutturata, ma il mio, dover formarmi di continuo per essere all'altezza dei bisogni dei miei clienti... E in tutto questo, che fine ha fatto il confronto con gli altri?
Il confronto con gli altri c'è, c'è sempre stato. Acuito dall'esplosione dei social, che ultimamente pullulano di coach e professionisti che operano nell'area della crescita personale. Ogni giorno sono esposta anche io a contenuti creati da colleghi, e ogni giorno c'è una vocina in me che mi dice: vedi che X ha fatto meglio di te? Y sembra avere un messaggio più chiaro, mica come il tuo!
Semplicemente ho imparato a non dar peso a quella voce, che riconosco faccio fatica a sopprimere. Da un lato cerco di concentrarmi su tutto quello che posso ancora imparare: e per fortuna non si finisce mai. Dall'altro lavoro su di me e imposto nuovi obiettivi di miglioramento. Mi concentro sui miei clienti, sui progetti sui quali lavoro e su nuove opportunità di collaborazione e crescita. Lavorare in modo metodico mi aiuta a uscire dalla logica del confronto. Lavorare con un piano d'azione preciso mi riporta alla cosa più importante: l'azione e il confronto solo con me stessa.
Questo vale per chiunque: che tu sia dipendente o libero professionista, è solo quando inizi a concentrarti su di te che le cose accadono. Solo nel confronto con noi stessi troveremo la modalità migliore per superare i limiti attuali e realizzarci. Ma serve grande consapevolezza di sé, accettazione di sé, darsi tempo e non smettere mai di imparare qualcosa di nuovo.