La maggior parte delle persone vorrebbe cambiare lavoro ma non è pronta a fare il cambiamento desiderato.
Complici i blocchi mentali, la paura di abbandonare la zona di comfort e rimettersi in gioco, cosa che richiede energie, volontà, prove ed errori.
Se in questo momento stai cercando di fare un cambiamento lavorativo ma ti senti come in trappola, da una parte il lavoro che hai e le certezze che ti da; dall'altra una situazione incerta, un salto nel buio, ma forse risolutiva per la situazione attuale, continua a leggere. Ho una storia da raccontarti.
Tempo fa lavoravo in una grande multinazionale. Ero brava, nel tempo mi sono guadagnata la fiducia delle persone con le quali lavoravo. Scatto di carriera, scatto economico, gestione di un piccolo team di persone... Eppure mancava qualcosa. Mi sentivo in una situazione di stasi, a un certo punto: "non sto imparando più niente" mi ripetevo sempre, al mattino, pomeriggio e sera. Tutte le volte che tornavo a casa dal lavoro mi chiedevo cosa effettivamente avessi imparato di nuovo. Stavo mettendo in discussione il mio ruolo e il contributo che avrei potuto dare a quell'azienda. Solo domande, nessuna risposta. Finché iniziai a guardarmi attorno e allora capii che avevo già fatto una scelta: dovevo cambiare lavoro.
Cambiare sì, ma in che direzione andare?
Sapevo bene che quello non era più il posto per me. Desideravo evolvermi, e questo mi era chiaro. Mi rendevo conto di mandare CV a caso, non stavo facendo una ricerca sensata. Era più un voler fuggire dalla situazione che stavo vivendo ma non sapevo ancora bene che tipo di cambiamento avrei dovuto fare. La mancanza di chiarezza mentale rendeva le cose molto complicate. Così, mi sono trovata a fare diversi colloqui, telefonici e in presenza, con aziende nelle quali non avrei mai voluto lavorare. "Ah, questa è una bella azienda!" mi dicevo per motivarmi. Poi, durante il colloquio, sentivo che non era mio l'ambiente né lo sarebbe mai stato. Ho perso tanto tempo, ma forse questo tempo mi è servito per capire che non avrei mai più dovuto sprecare tempo, risorse ed energie. Piuttosto, avrei prima dovuto far chiarezza mentale, mettere le cose in ordine e orientare i miei sforzi nella giusta direzione.
Perché è così difficile capire cosa cambiare?
La mente umana è affascinante e complessa. Quando siamo di fronte a una decisione importante, subentrano una serie di fattori che rendono difficile prendere una direzione chiara. Nel mio caso la paura dell'ignoto, il confronto con le aspettative degli altri, la percezione dei miei stessi limiti contribuivano a creare molta confusione. La mia mente era come annebbiata e quando il pensiero si annebbia di solito si fanno due cose: 1. non si fa nulla, ci si blocca; 2. si fanno cose senza senso.
E allora, come ho fatto a uscire da questa confusione e a ritrovare chiarezza? Non ti darò una formula magica ma ti dirò cosa ha funzionato per me.
1. Rallentare
Mi rendevo conto di procedere in modo confusionario e accelerato. Dovevo mandare CV e fare quanti più colloqui. Se avessi fatto 20 colloqui di certo 1 tra questi sarebbe stato l'opzione giusta. Ero orientata alla performance ma molto, molto lontana da me. Non che prima non fosse così: ero sempre stata orientata alla performance. Dover fare, dover dimostrare, non starsene con le mani in mano... Mi sono resa conto che chiarezza mentale e fretta non vanno d'accordo. Quindi a un certo punto ho smesso di fare quel che facevo e mi sono presa una pausa. Ho iniziato a riflettere e a ritagliarmi molto più tempo per stare con me stessa e fare ciò che amavo fare. Letture, cinema, palestra... ho messo da parte la ricerca folle per dedicarmi a tutti gli altri aspetti della mia vita che stavo tralasciando e che erano importanti per me.
2. Ascoltarmi
Ho iniziato ad ascoltarmi facendomi le domande giuste. "Perché vuoi cambiare?", "Cosa stai cercando di ottenere?" Mi aiutò un libro preso in prestito durante gli studi "Partire dal Perché" di Simon Sinek che diceva chiaramente: le persone acquistano un prodotto o un servizio perché si viene a creare una connessione profonda tra il brand e il loro perché. La famosa Reason Why! Perché mando CV? Perché faccio infiniti colloqui e non sono mai contenta? Ecco, ero sconnessa dal mio perché. Non era lì il mio perché. Era molto vicino ma lo cercavo altrove.
3. Accettare l'incertezza
A complicare la situazione il mio bisogno di ricevere risposta e di ricevere tutte le risposte subito. La verità è che l'incertezza fa parte della vita. In quel momento la stavo combattendo a suon di CV inviati e di colloqui superati o non superati. Lì trovavo le mie certezze effimere, ma non funzionava così. Mi resi conto di quanto fosse importante abbracciare l'incertezza e vivere senza aver tutte le risposte, ma con il giusto slancio, quel piglio che mi avrebbe permesso di aprirmi a nuove possibilità. Iniziare a muoversi verso il cambiamento non significa farlo con tutte le certezze in mano. Significa iniziare a fare un passo, sensato, e poi un altro ancora.
4. Chiedere aiuto e formarmi
Ho inziato a chiedere aiuto. Ho iniziato a parlare con le persone con le quali lavoravo. Prima i miei capi, poi un coach che ci supportava all'interno dell'azienda. I miei capi mi dissero che ci sarebe stata la possibilità di fare un cambiamento ma prima avrei dovuto consolidare alcune cose nel ruolo che ricoprivo. Nel mentre potevo formarmi. Iniziai a fare corsi di leadership e gestione delle risorse, mi misi a lavoro su creatività, pensiero laterale... Ma non solo. Mi resi conto che le mie competenze tecniche si erano un po' arenate. Allora chiesi di fare un corso sul marketing e sulle ultime tendenze. Tutto questo mi aiutò a migliorarmi e a trovare nuovi modi per sfruttare le mie conoscenze acquisite nel ruolo attuale, in attesa di una promozione che sarebbe arrivata da lì a breve.
5. Cogliere le opportunità
In un periodo di grande confusione mentale, confusione che mi portava a fare scelte a caso disperdendo molte energie mi sono fermata. Ci sono momenti nella vita in cui è importante fermarsi. Così come le ombre non sono meno importanti della luce, la stasi non è meno importante dell'azione, anzi, è preparatoria ad essa.
Il cambiamento lavorativo è arrivato. Ho avuto una promozione in quell'azienda e dopo qualche anno avrei cambiato lavoro e azienda. Tutto questo è accaduto quando ho smesso di pensare al tempo che passa, a quello che che manca oggi e alle opportunità perse. Ho, semplicemente, spostato l'attenzione verso le opportunità che mi si presentavano in quel momento e che mi avrebbero aiutato a crescere, a essere la persona che non ero ancora. Lavorare su di me, ampliare il mio bagaglio personale e formarmi mi ha permesso di fare scelte più sensate e di cambiare lavoro davvero quando si è presentata l'opportunità giusta.