Questo articolo nasce per dar seguito al post che ho pubblicato su Linkedin qualche giorno fa che vi riporto qui:
Credo sia opportuno fare un approfondimento su questo tema, e ripeto, soprattutto per chi sta ultimando un percorso di studi con l’obiettivo di entrare nel mondo del lavoro. Il tema è importante anche per quei ragazzi che hanno qualche anno di esperienza, per tutti quelli che magari subito dopo il master hanno iniziato a lavorare e ora si trovano di fronte a un bivio: restare nell’azienda in cui mi trovo o cambiare lavoro? I dilemmi possono essere tanti e non cercherò di analizzarli uno ad uno.
Quello che voglio fare, piuttosto, è parlarvi di due macro-temi affrontati nel post, il CAMBIAMENTO, e il LAVORO, che hanno un unico fil rouge che li accomuna che è la PERSONA.
Anzitutto, parliamo del cambiamento. Il cambiamento è una costante dell’essere umano. Noi non siamo quello che eravamo 5 anni fa, così come non siamo quello che eravamo 10 minuti fa. Qualsiasi tipo di cambiamento coinvolge più sfere della nostra esistenza. Un cambiamento sul piano fisico, ad esempio, avrà sicuramente un impatto sulla sfera emotiva e sociale, e così via. Il cambiamento ci definisce come persone e ci rende essere umani, e mette al centro diverse tematiche importanti quali, ad esempio, lo sviluppo personale, la consapevolezza di sé, il desiderio di migliorare la propria posizione attuale, le nostre relazioni intime e sociali. Non si parla mai di cambiamento in senso univoco. Ogni persona vive il cambiamento in modo del tutto personale, e nessuno (ripeto: nessuno) può avvalersi della facoltà di intervenire con parole o azioni su questo aspetto, così profondo e importante che riguarda l’individuo.
Poi c’è il lavoro. Anche questo un tema al centro delle nostre vite e che va inteso non solo come fonte di sostentamento economico ma come il mezzo che ci permette di realizzarci a 360°. Nel lavoro ci identifichiamo perché il lavoro dovrebbe farci riconoscere e, nello stesso tempo, di essere riconosciuti dall’esterno per chi siamo, cosa facciamo e cosa amiamo fare. In questo modo, risponde ai nostri bisogni di identificazione sociale e riconoscibilità sociale. Il lavoro dovrebbe riflettere i nostri valori, nel lavoro mettiamo noi stessi nel senso pieno del termine e a lavoro occupiamo molto, molto del nostro tempo.
Immaginate cosa può succedere quando questi 2 universi, immensi, si incontrano. E sì, può succedere veramente di tutto.
Nella mia vita il cambiamento è stato una costante. Il primo, grande cambiamento, è avvenuto quando ho lasciato la Sicilia per andare a studiare a Bologna e poi da lì è stato un susseguirsi di cambiamenti, soprattutto interiori. A quel tempo, mossa dalla passione per lo studio e le materie che poi ho approfondito, cercavo l’indipendenza dalla famiglia. Avevo bisogno di uscire da quel nucleo in cui vigevano regole molto dissonanti rispetto a al mio mondo interiore, avevo veramente bisogno di capire chi ero. Questo a prova del fatto che i cambiamenti non vanno mai in una direzione, ma sono molto più complessi.
Tutto il mio percorso, da lì in poi, è stato definito da cambiamenti di vario genere. Finiti gli studi ho iniziato a lavorare. I primi anni mi sono trovata a cambiare lavoro nel giro di un anno. Non era abbastanza per me, avevo un’innata voglia di conoscere nuove cose, ma soprattutto, di avvicinarmi sempre di più a quella che era l’immagine di me stessa, quella che da tempo avevo in mente. Ed era mio diritto farlo. Dopotutto, chi è responsabile della propria felicità se non noi stessi?
A quel tempo, le persone con le quali mi sono più scontrata erano i miei genitori. E, a seguire, amici, capi, recruiter. Alla fine ho sempre agito nel modo che ritenevo opportuno per me, senza troppe remore. La cosa che mi faceva stare più male era lo scontro con i genitori, soprattutto con mio padre. Mio padre mi diceva sempre “Se continui a cambiare lavoro non arriverai mai a essere promossa all’interno di un’azienda”. La cosa fa abbastanza ridere perché né mio padre ha mai lavorato in azienda (per cui non sa quali sono le dinamiche proprie di un’azienda) né io ho mai espresso questo mio desiderio di fare “carriera” in azienda. Ora ci rido, a distanza di tempo. Ma le sue convinzioni e i suoi pregiudizi inconsci a quei tempi non li reggevo, per cui il mio sforzo per cercare di farli capire chi io fossi e cosa mi muovesse era minimo.
Questo per dirvi che, la maggior parte delle volte in cui sarete in procinto di cambiare lavoro o in cui verrete sfiorati dall’idea di cambiare lavoro, probabilmente vi scontrerete con diverse persone attorno a voi, la maggior parte delle quali fanno parte delle vostre cerchie intime. E penserete: “ma com’è possibile che le persone a me più care non mi capiscono?”. L’ho pensato anche io, tante volte. Gli altri possono appoggiarci o meno nelle scelte che faremo. La cosa più importante è che noi appoggiamo e appoggeremo sempre noi stessi. Qualcuno diceva che è meglio combattere una battaglia con il mondo esterno piuttosto che farlo con noi stessi. Prendete queste parole e immaginate di tatuarle sul vostro corpo. Fatene il vostro mantra. Nei momenti di difficoltà, o quando sarete nel mezzo di una “battaglia” per difendere i vostri desideri vi torneranno utile.
Per cui, voglio lasciarvi qualche consiglio per guidarvi in questo viaggio, fatene tesoro.
- Se vi rendete conto di vivere una situazione di conflitto, a lavoro o nella vita in generale, è perché in quella situazione non state “onorando” i vostri valori. I valori sono i cardini della nostra esistenza e orientano le nostre scelte. Quando facciamo qualcosa che va in direzione contraria ai nostri valori allora viviamo un conflitto. Fate chiarezza. Prendete foglio e penna e iniziate a fare un self-assessment dei vostri valori. Chiedetevi: quali sono i valori per me importanti? Quale il più importante tra questi? In quali aspetti della mia vita sto onorando questo valore? Ricordate che sono i valori a guidare le vostre azioni.
- Se sentite l’esigenza di fare un cambiamento, che si tratti di un cambiamento lavorativo o personale, dovrete dedicare del tempo a voi stessi per chiarire le motivazioni, i vostri stati d’animo, cosa non va in questo momento e come vorreste essere. Immaginate la vostra situazione ideale e chiedetevi: dove vorrei trovarmi? Cosa vorrei fare in quella situazione? Come mi sentirei nel fare quella cosa? Provate ad annotare le vostre emozioni, i vostri stati d’animo e pensieri. Scrivete tutto. Vi aiuterà a focalizzarvi sulle ragioni per le quali state cercando un cambiamento.
- Non ascoltate nessuno, eccetto voi stessi. Nelle nostre vite c’è troppo rumore e distrazioni. Lasciate che tutto questo resti da sottofondo, mentre voi suonate la vostra musica con gli strumenti che vi appartengono. Ricordate che molto spesso le persone parlano, o si sentono in dovere di dare consigli, solo perché stanno applicando il loro metro di giudizio. Il mondo è pieno di persone con forti pregiudizi inconsci. Queste persone pensano che le cose vanno e devono andare come loro credono sia giusto. Ma non è così. Non ascoltatele. Fortunatamente il mondo è bello perché è vario. Ascoltate voi stessi, la vostra verità e realizzate chi siete in questo mondo.
Potrei andare avanti, ma per oggi ho deciso di fermarmi qui. Per quanto riguarda i selezionatori, come menzionavo nel post e senza entrare in merito del loro lavoro, volevo segnalare dell
e piccole pratiche quotidiane da applicare quando si è in cerca di un professionista. Ho iniziato una rubrica su Linkedin sul tema, #hirebehaviours.
Concludo dicendo che come coach seguo da vicino tutte le tematiche relative al cambiamento. Il coaching può essere la via sicura per affrontare il cambiamento e raggiungere gli obiettivi prefissarti. Nel caso voleste approfondire il tema o saperne di più farò un webinar dedicato. Nel frattempo, se volete scrivermi fatelo. <3