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Energy Leadership: Quando la Leadership è questione di Energia

Contesto: all’interno delle aziende si respira un’aria che va cambiata

Quante volte vi sarà capitato di avere a che fare con un manager che vi ha fatto sentire piccoli, incompetenti, inadatti a ricoprire quel ruolo? E quanto spesso vi siete trovati all’interno di un’azienda il cui clima non vi ha permesso di integrarvi perché molto verticale, del tipo “qui si fa come dico io“, dove non vi è stato possibile dare spazio alla vostra creatività, e alle vostre idee?

Venerdì ho pubblicato un sondaggio (consultabile a questo link) il cui risultato è significativo della premessa che ho appena fatto. Su 42 partecipanti, l’81% ha espresso di non essere soddisfatto delle competenze di leadership e gestione delle persone da parte dei manager nell’azienda di riferimento.

Al di là delle singole motivazioni a sostegno dell’insoddisfazione diffusa tra i dipendenti, è chiaro che siamo di fronte a uno scenario che va cambiato, migliorato. La pandemia ci ha mostrato quanto siamo vulnerabili, e quanto le stesse aziende lo siano. Per sostenere la ripresa economica e sociale serve unire le forze e fare un’esame di coscienza, insieme, allo scopo di innalzare le coscienze stesse.

Occorre chiederci:

“cosa non ha funzionato dei processi in atto? Cosa dobbiamo abbandonare e cosa invece migliorare?”

In questo quadro generale, la responsabilità è di noi tutti, non solo dei manager o dei dirigenti. L’insoddisfazione attuale deve essere il motore per avviare quel cambiamento sostenibile di cui c’è bisogno. E per farlo serve spostare l’ottica dall’essere vittime di un sistema a essere promotori e membri attivi di un sistema fondato sull’uomo, che lo sostenga e che diventi l’habitat ideale.

Da dove iniziamo? Partiamo dalla leadership

Cos’è la Leadership? Per tanto tempo, durante il mio percorso aziendale in Italia e all’estero, mi sono confrontata e scontrata con diversi manager, diversi capi, capetti e leader. Tra tutti questi, ho incontrato pochi Leader con la “L” maiuscola, e molti capi con la “c” minuscola. Mi sono sempre detta: “tante di queste persone vorrebbero essere Leader ma del leader non hanno la stoffa“. Nella gran parte dei casi si trattava di persone che pretendevano da me e dagli altri la mera esecuzione di compiti. Persone che si lamentavano di continuo degli altri, di chiunque all’interno dell’azienda, e lo facevano con i loro sottoposti. A volte alzavano la voce perché pensavano che così facendo si sarebbero fatti ascoltare, a volte umiliavano gli altri, e sembrava lo facessero con gusto, davanti agli altri (clienti o colleghi). L’ho subito in prima persona ed è stato molto frustrante. Ho sempre riflettuto sulle mie possibili mancanze, su come avrei potuto migliorare la comunicazione con queste persone, su come organizzare meglio i miei task… ogni mia strategia è servita a ben poco, se non ad avvicinarmi all’esplorazione della leadership, che poi è maturata nella decisione di fare un percorso di coaching con iPEC (the institute of professional excellence in coaching), una scuola internazionale di coaching molto rinomata nel mondo, che tratta la leadership da un punto di vista diverso, quello dell’Energia.

Tutti siamo Leader

Con iPEC, in un anno di lungo e appassionate lavoro, ho scoperto un concetto molto semplice e allo stesso tempo, difficile da capire a primo impatto: tutti siamo Leader. Questa nuova prospettiva mi ha proiettato in un territorio nuovo, fatto di possibilità. Prima di iPEC credevo che i leader fossero persone con un certo ruolo in azienda, i CEO, i manager, dirigenti… chiunque gestisse un team. Con iPEC ho scoperto che anche io potevo essere Leader, in quanto tutte le occasioni di interazione ci danno la possibilità di dimostrare la nostra leadership. In questo modo, leadership non è altro che INTERAZIONE che trova la sua ragione d’essere nella capacità di MOTIVARE se stessi e gli altri all’azione positiva. Questo nuovo paradigma mi ha permesso in primis di lavorare su di me, e di capire verso cosa avrei dovuto indirizzarmi nella vita e in che modo avrei voluto influenzare gli altri. Tornando indietro, e rivedendo i miei manager del passato, arrivai ad avere una chiara intuizione: quello che consideravo un “cattivo capo” non era altro che una persona poco consapevole delle sue competenze di leadership, che nella gran parte dei casi cercava di mettere in atto comportamenti preconfezionati. E questo gli causava, inevitabilmente, uno scollamento dal proprio “scopo”, dal suo Essere, creando un effetto negativo a valanga, che si riversava su persone e situazioni. Ecco perché la Leadership parte dall’Essere, e Bruce D Schneider , il fondatore di iPEC, ci fornisce una prospettiva molto interessante.

Energy Leadership: la trasformazione delle aziende non passa dalla performance, ma dal “Core”.

Nel suo libro “Energy Leadership: transforming your workplace and your life from the Core” Bruce definisce l’Energy Leadership come il processo che aiuta a sviluppare il proprio effettivo stile di leadership che influenza e modifica in modo positivo, costruttivo, non solo noi stessi, ma anche le persone con cui interagiamo, come i colleghi con cui lavoriamo in azienda. Bruce afferma, inoltre, che la leadership energetica consiste nell’essere consapevoli delle proprie energie e nel fare uno “shift” energetico, spostando l’energia verso la direzione voluta. Questo ha un impatto positivo su noi stessi e sull’organizzazione.

Il presupposto per capire come “spostare” l’energia e dirigerla verso ciò che vogliamo è capire come si manifesta. Ci sono due tipi di energia, che prendono il nome dal tipo di ormoni che producono nel corpo: anabolica, l’energia costruttiva, vitale, e catabolica, l’energia distruttiva, drenante. Sperimentiamo questi due tipi di energia in diverse circostanze e fasi della vita. Così come esistono due tipi di energia, esistono due tipi di Leader, il leader anabolico e il leader catabolico.

  • Il leader catabolico è una persona che lavora costantemente sotto stress, che non riesce a creare coesione nel team perché non ha fiducia nelle persone e che opera costantemente sotto l’effetto di una percepita “mancanza” di qualcosa. Tutto ciò ha un impatto sulla performance, perché la scarsa motivazione e il mancato benessere delle persone non garantisce risultati efficienti; I leader catabolici rappresentano l’85% dei manager secondo Bruce D Schneider, stando alle ricerche fatte nel campo in 30 anni di attività.
  • Contrapposto al leader catabolico, Il leader anabolico è una persona che crea coesione, si fida delle persone ed è capace di tirare fuori il meglio dai dipendenti. Dotato di intelligenza emotiva, chiarezza, empatia, non vede errori ma opportunità e opera su un territorio di “abbondanza”. Questi leader sono capaci di attrarre il successo che desiderano perché sono in grado di crealo.

Energia catabolica ed Energia anabolica nei sette livelli energetici

L’energia catabolica e anabolica viene sintetizzata da Bruce all’interno della chart dei 7 livelli di percezione energetica, in cui le energie, all’interno di un flusso, vanno dal livello 1 (100% catabolico) al livello 7 (100% anabolico).

Level 1: Chi si trova in questo livello energetico pensa di essere vittima di situazioni e persone. La crisi è continua, così come i sentimenti di paura, ansia, tristezza. La paura nella gran parte dei casi è il fattore bloccante. Piuttosto che agire non lo si fa per non prendersi i rischi di sbagliare.

Level 2: Le persone con questo livello di energia sono probabilmente micromanager. Pensano di essere sempre dalla parte della ragione, lottano di continuo per far valere i propri punti di vista, si scontrano, non hanno fiducia negli altri e provano risentimento.

Level 3: Questo è il livello della responsabilità e del perdono. Le persone con questo livello energetico sono responsabili per ciò che pensano, sentono e fanno. Perdonano gli altri e agiscono, razionalmente, sulla propria vita e su se stessi.

Level 4: Le persone con questo livello energetico tendono a prendersi cura degli altri. Hanno doti eccezionali di empatia, intelligenza emotiva e una propensione naturale ad aiutare gli altri. Sono ottimi manager perché sanno come fare per far crescere il team, le loro persone.

Level 5: Persone con grande apertura mentale, capaci di vedere opportunità ovunque. Non giudicano gli altri, ma cercano di avviare collaborazioni per il bene comune. Sono persone dotate di grande calma e senso pratico, ma anche entusiasmo e positività. Credono nell’avvio di nuovi progetti e si focalizzano sulle soluzioni.

Level 6: Leader dotati di grandi capacità di intuito e creatività operano a questo livello energetico. Sono le classiche persone che riescono a leggere oltre le righe, anche quando si parla di altri. Le persone del team sono un’estensione di loro stessi, sono connessi agli altri, mentalmente ed emotivamente, e sanno creare qualcosa di spettacolare dal nulla.

Level 7: Questo è il livello della totale assenza di giudizio. Non esistono errori ma solo infinite possibilità. Un leader che opera a questo livello è osservatore e attore allo stesso tempo. Ha la capacità di comprendere la big picture, è appassionato e senza paura. Sa di essere parte di un tutto più grande. Non vive sospeso tra passato e futuro, ma si concentra sul presente.

Il livello di consapevolezza e il tipo di energia prodotta tramite il processo pensiero-emozione-azione determina la capacità di attrarre ciò che si vuole nella vita. Più è alto il livello di energia, maggiori saranno le possibilità di essere più produttivi e di vivere in uno stato di armonia con se stessi e con gli altri. Ciò passa per la consapevolezza di sé, e la comprensione di ciò che si desidera nella vita, verso cui indirizzare le proprie energie.

Tutti noi abbiamo sperimentato più volte i vari livelli energetici nel corso della nostra vita, e a lavoro. La fortuna è che l’energia fluttua, continuamente, e si trasforma. Non ci sono stati fissi ma infinite possibilità per essere il leader di successo, empatico, e anabolico di cui c’è bisogno, non solo nei luoghi di lavoro ma in generale nella vita.

Nel suo libro, Bruce racconta la storia di un manager che si è affidato a lui quando tutto sembrava andare alla rovina nella sua vita. L’azienda era a pezzi, in lotta per la competizione. Lo stesso clima di astio e risentimento era presente all’interno, dove i dipendenti in burnout e demotivati cercavano vie di fuga. Bruce ha accompagnato il manager grazie a un percorso di business coaching che gli ha fatto riacquisire fiducia in sé, nelle sue abilità di leadership e nelle competenze manageriali. Il manager non solo ha risollevato le sorti della sua azienda, prendendo scelte importanti dal punto di vista organizzativo e strategico, ma ha anche migliorato la propria vita privata, raggiungendo quello stato di benessere mentale ed emotivo che mancava.

Core-Energy Coaching: un percorso alla scoperta del leadership umana, responsabile, anabolica

Bruce è il fondatore di iPEC e del Core Energy Coaching. La differenza sostanziale di questo tipo di coaching rispetto alle altre tipologie di coaching è il modo in cui si utilizza l’attenzione. Molte scuole di coaching si concentrano solo sulla performance, mentre il core energy sposta l’attenzione su tutto quello che viene prima della performance, tramite un processo creativo-riflessivo che si articola sull’asse pensiero-emozione-azione. Fare un percorso di core energy è sfidante e cambia la vita. Ancora oggi mi sorprendo di quanto sia semplice per chi lo pratica, utilizzando gli strumenti giusti, riuscire a proiettarsi sul territorio dell’abbondanza e delle possibilità. Questo permettere di vivere in linea con i propri valori, e di indirizzare le intenzioni verso ciò che si desidera veramente nella vita, scoprendo il proprio potenziale e le proprie energie.

L’incontro con iPEC mi ha cambiato la vita. Ho iniziato a lavorare come coach a metà percorso, fino ad arrivare alla scelta di mettermi in proprio, lasciare un lavoro che non sentivo più mio, e dedicarmi alla mia passione: aiutare gli altri, soprattutto chi lavora in azienda, a sviluppare la propria leadership e in questo modo a diventare persone responsabili, consapevoli, migliori.

Conclusioni: vuoi diventare il leader che sogni di essere nel mondo? Io a questa domanda ho risposto Sì

Come dicevo all’inizio, il cambiamento deve partire da ognuno di noi. Solo quando scopriamo di voler essere responsabili delle nostre azioni, siamo in grado di dirigerle verso la direzione migliore per noi stessi. Questo ci permette di spostarci da un territorio catabolico che ci vede come vittime delle circostanze o degli altri, verso un territorio anabolico, dove esistono solo possibilità di essere e infiniti modi per raggiungere ciò che vogliamo. Tutti siamo chiamati a scoprire il nostro stile di leadership, e a mettere queste competenze a servizio degli altri, delle aziende in cui lavoriamo, delle famiglie di cui siamo parte.

Quindi, cosa ti manca per essere quel leader che sogni di essere? Cosa ti impedisce di influenzare positivamente l’ambiente in cui vivi e lavori, ed essere fautore del cambiamento consapevole e responsabile?

Il futuro è ora, iniziamo a costruirlo.

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