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Eliminare il superfluo per trovare se stessi e aumentare la produttività

Ieri ho finito di leggere un libro illuminante. Semplice e immediato nel comunicare al lettore una serie di strategie per evitare di procrastinare e prendere in mano la propria vita. Il titolo de libro è “Do it Today” di Darius Foroux e già dal titolo è chiaro l’invito a non rimandare di un solo giorno ciò che si può fare oggi. L’ho comprato su Amazon e divorato in un paio di giorni. Ho sottolineato le cose che ho trovato interessanti, come ad esempio una serie di spunti e massime di vita che l’autore ha adottato, insieme a tecniche valide per passare all’azione.

Ma la domanda è: perché procrastiniamo? Nessuno si salva, lo facciamo tutti. Succede quando nella nostra mente si crea il caos e sembra quasi impossibile fare ordine. Quando siamo sommersi, e iniziamo tante cose senza portarne al termine una. Procrastiniamo quando diciamo a noi stessi “lo faccio domani”. Poi non lo faremo mai, o lo faremo tra un anno. I motivi per i quali procrastiniamo sono 2 essenzialmente:

  1. Non siamo veramente interessati a quella cosa.

    È facile dedicaci a quello che ci piace. La passione muove le azioni, in qualsiasi campo. Quindi, procrastiniamo di fronte a qualcosa che ci attira di meno o che non smuove particolari passioni o emozioni positive. Di solito accade con tutto ciò che passa più come “dovere” che come interesse o necessità reale.

Ma spesso succede che ci troviamo a procrastinare cose e attività che in realtà amiamo e ci interessano. Perché succede questo? E qui veniamo alla seconda ragione, probabilmente la più importante che sta alla radice della procrastinazione:

2. Viviamo sommersi di “rifiuti”

Siamo sovraccarichi di cose, la maggior parte delle quali inutili. E abbiamo la tendenza ad accumulare. Accumuliamo vestiti, giochi, macchine, generi alimentari di ogni tipo. Oltre a cose materiali, accumuliamo idee e progetti che magari non vedranno mai la luce. Questo perché non riusciamo a distinguere ciò che è rilevante per noi da ciò che non lo è.

E in questo scenario non possiamo non menzionare gli smartphone, le nuove tecnologie e i social media, che se da un lato hanno migliorato le nostre vite ed espanso le nostre potenzialità, dall’altro hanno influito pesantemente e negativamente sul modo in cui noi gestiamo il tempo.

[Qualche dato]

A livello mondiale, il tempo medio di permanenza online si aggira attorno alle 6 ore giornaliere, che equivale a 100 giorni di tempo online trascorso su internet in un anno. In Italia 31 milioni di persone accedono ai social da mobile, trascorrendo circa due ore al giorno su questi. Internet doppia la TV, davanti alla quale spendiamo solo la metà di quello che è il tempo speso online.

Praticamente non siamo connessi, siamo iperconnessi. E il modo in cui utilizziamo i social media, è spesso legato a un consumo di tipo “passivo”. Fateci caso. La maggior parte del tempo trascorso su Instagram o Facebook è speso a scorrere post, immagini, video… Ecco, secondo l’autore del libro, il “checking” spasmodico dei social è una delle attività che ci porta via tanto tempo e che non ci porta nulla di buono, se non riempire la nostra vita di cose e informazioni inutili.

Quindi, la domanda è: come facciamo ad eliminare quegli atteggiamenti, magari inconsci che ci portano a consumare tempo prezioso che potremmo dedicare ad altro? 

Semplice (o almeno così sembrerebbe, in teoria). Analizzando il modo in cui occupiamo il nostro tempo. Se vogliamo aumentare la quantità di tempo speso giornalmente verso quelle attività che riteniamo più produttive, allora è importante registrare cosa facciamo durante il giorno. Si tratta di tenere un diario, e osservare per 3 giorni come impieghiamo il tempo. Scrivere un diario per tracciare il tempo è un modo per mettere i pensieri in azione, nero su bianco. Questo ci aiuta ad acquisire consapevolezza, non di cosa facciamo durante il giorno, ma anche di quello che conta veramente per noi. 

Altro consiglio: immaginiamo che abbiamo comprato un quaderno, sul quale per 3 giorni consecutivi terremo traccia del tempo e delle attività svolte. Sul retro del quaderno andremo a scrivere le nostre intenzioni, e cioè, i propositi e le regole che ci vogliamo dare per gestire il tempo in modo più proficuo. 

Facciamo un esempio. 

Supponiamo che io voglia scrivere un libro e che dall’esercizio fatto, mi rendo contro di aver dedicato a questo obiettivo solo 20 min di tempo nei 3 giorni precedenti. Apro la prima pagina del retro del quaderno e scrivo un’intenzione. 

“Il mio libro verrà pubblicato tra 6 mesi da oggi xxxx” 

Poi, la domande che devo farmi saranno: 

  1. è un obiettivo realistico? SI/NO. Se non lo è, riesco a ridefinire una timing? – time settin
  2. Di cosa ho bisogno per arrivare tra 6 mesi con un libro pronto da pubblicare? – questo mi aiuterà a definire azioni più piccole da realizzare
  3. Quando posso iniziare seriamente a fare quello che ho definito come primo step (la prima azione più piccola del punto 2)? E quanto è il tempo giornaliero o settimanale che posso dedicare a questa attività? – agenda setting. 

Da questo momento in poi, utilizzerò il diario per focalizzarmi sul tempo che dovrò dedicare alla stesura del libro, andando a individuare le singole azioni richieste e il tempo speso giornaliero. Tracciare le azioni e avere un’idea delle timing ci aiuta a: 

  • ottimizzare il tempo ed essere più produttivi
  • sentirci felici. Aver la misura del fatto che stiamo lavorando a un obiettivo concreto, che ogni giorno abbiamo fatto qualcosa per raggiungerlo 
  • eliminare (per quanto possibile) tutte quelle cose che ci fanno perdere tempo. 

Che ne pensate? Proviamo? 

“Non è vero che abbiamo poco tempo. La verità è che ne perdiamo molto” Seneca.

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