fbpx

Come praticare (un sano) distacco emotivo e diventare emotivamente consapevoli

Distacco emotivo: quante volte hai pensato di doverti staccare da tutte quelle situazioni che provocano stress? Se sì, ottimo, sappi che non sei da solo (o da sola). Distacco emotivo e consapevolezza di sé spesso camminano insieme. Più la consapevolezza di sé è alta, più alta sarà la necessità di discernere e distaccarsi emotivamente da situazioni e persone scomode. Al contrario, se si è poco consapevoli di sé si rischia di rimanere bloccati nei propri Gremlin, quelle “trappole” basate su meccanismi antichi che abbiamo acquisito durante l’infanzia, e che fanno parte del nostro substrato inconscio fatto di paure, credenze limitanti e regole che non ci appartengono più.

Perché praticare un sano distacco emotivo?

Le emozioni sono la base della nostra vita e determinano il corso delle nostre azioni. Possiamo classificarle in emozioni positive ed emozioni negative, anche se il core energy coaching ci insegna che non esistono emozioni giuste o sbagliate. Tutto il nostro bagaglio emotivo è necessario e ci aiuta nel nostro cammino. Senza emozioni non saremmo in grado di prendere alcuna scelta di vita. Essere consapevoli di sé equivale a essere consapevoli delle proprie emozioni e ad apprendere che ognuna di esse ci aiuta a capire meglio noi stessi e il contesto in cui agiamo. Ascoltarci di più e accogliere chi siamo, incluse quelle emozioni che ci piacciono di meno è la via per la piena realizzazione dell’essere.

Di descrivo qui alcuni scenari in cui ti sarà capitato di trovarti. In questo modo ti spiego meglio cosa puoi fare per “uscire” da una situazione che causa stress, mettendo in atto alcune strategie liberatorie che possono aiutarti a praticare un sano distacco emotivo.

SCENARIO 1: IL BOSS IMPERTINENTE

A questo scenario sono particolarmente affezionata, perché me lo sono trovata davanti molte volte, personalmente e non. Mi è capitato di avere capi impertinenti (soprattutto donne), e ne ho ascoltate tante di storie di capi impertinenti da poterci scrivere libri su libri. Chi è il capo impertinente? La classica persona che manca di rispetto, che non si fa troppi problemi a insultare i suoi “sottoposti”, che punta il dito di fronte all’errore, sempre pronto ad accusare. Il capo impertinente quasi ci gode a mostrare la propria superiorità agli altri (o forse solo ai suoi occhi), quindi utilizza mezzi comunicativi che non hanno nulla a che fare dal leader consapevole. Il capo di cui stiamo parlando è, infondo, una persona molto insicura di sé, che manca di visione d’insieme e quindi non sa dove sta andando. Ma torniamo a te.

Non ne puoi più delle sue battutine, delle sue lamentele e dei suoi rimproveri. Non sei motivato nel tuo lavoro, vorresti mandarlo più volte a quel paese (entrambi, capo e lavoro) ma ti manca il coraggio. Quante volte ti sei ripetuto: se solo avessi un altro lavoro! Non ci penserei due volte ad andare via da qui! Che poi, magari quel lavoro ti piace, se solo il tuo capo ti desse autonomia e fiducia nello svolgere le tue mansioni. Ti senti svilito, mortificato, stanco. Questa situazione è motivo di stress, vorresti tanto urlargli in faccia quello che pensi ma non puoi farlo, non vuoi farlo. Cosa accade alle tue emozioni?

In questo caso le emozioni sono un fuoco che brucia dentro, e fa male. Non potendo uscire fuori vengono imbrigliate dentro e fanno male alla salute. Se pensi che soffocare le tue emozioni sia la strada, l’unica strada percorribile, chiediti come stai in questo momento. Ti invito a fare un passo indietro, prova a guardarti dall’esterno e fermati ad ascoltare le tue emozioni. Ci rivediamo tra non molto, alla fine dell’articolo.

SCENARIO 2: IL PARTNER ARROGANTE

Il tuo lui (o la tua lei) certe volte è proprio prepotente. Sembra voglia sempre imporsi sulle cose, dalle questioni relative alla gestione domestica, fino alle uscite con gli amici, vacanze, metodi su come educare i figli. Alla fine o si fa come dice lui (o lei) oppure non se ne esce. La sensazione che hai è di sentirti sempre in guerra. La cosa peggiore è che sai per certo che alla fine questa guerra la perderai. Questo ti ha portato, nel tempo, a essere remissivo, accettando una situazione che non ti sta più bene. Si fa quello che dice il partner, tu stai perdendo autostima e fiducia in te, e più di una volta ti capita di mettere in dubbio la vostra relazione. Non trovi la forza per opporti a questi meccanismi, ormai consolidati e subisci passivamente.

Come ti senti? Sconfitto, deluso, disilluso. L’atteggiamento è quello di chi si è arreso. La guerra che ti sembra di viver fuori tu la combatti dentro, ogni giorno. C’è una parte di te che vorrebbe ribellarsi, che ti dice: non riesci a farti valere, non vali niente. Molto spesso questo comportamento lo rivedi in altri ambiti della tua vita, e piano piano prendi coscienza di essere ciò che non vorresti essere: un individuo senza personalità. Voglio rassicurarti su una cosa: tu non sei le tue emozioni, sei molto di più. Le tue emozioni però sono importanti, ascoltale. Esse ti aiuteranno a capire come uscirne “vittorioso” da questa situazione, e dallo scenario della vita come “guerra” che ti sei prefigurato dentro e fuori casa.

SCENARIO 2: I PARTENTI INVADENTI (MA ANCHE GLI AMICI, A VOLTE)

Quante volte ti sei trovato a ricevere i classici consigli non richiesti? E in questo i parenti stretti sono bravissimi. I consigli non richiesti spesso arrivano da parte di chi ti vuole bene, ma involontariamente sta commettendo l’errore di dirti cosa dovresti fare, forse perché loro farebbero in quel modo ma tu no. Tu non sei loro, sei un’altra persona che pensa e agisce in modo diverso e va bene così! Ricorda che l’unica cosa che devi fare è esprimere la tua volontà, desiderare di farlo nella tua mente e realizzarlo nei fatti. I classici consigli non richiesti riguardano tutte le tue scelte. Coprono un ampio spetto d’azione, e rientra tutto quello che riguarda la vita che stai vivendo, dalla scelta della macchina da comprare, dal modo in cui amministri le tue finanze, le amicizie che frequenti, il modo in cui ti nutri e ti prendi cura di te.

In alcuni casi vorresti far tacere queste persone, mettendole al loro posto. Solo che non riesci perché ti poni il problema di risultare maleducato e irrispettoso. Ecco, se dall’altra parte si ponessero questo problema non ci troveremmo qui a parlare dell’argomento, in assenza di consigli non richiesti.

La cosa che accomuna i tre scenari è il sentimento di frustrazione che si prova quando ci si rende conto che non si può cambiare lo stato delle cose. Vorrei, però, rassicurarti dicendoti che la soluzione c’è, ne esistono diverse e l’unica cosa che fa la differenza è la scelta che prenderai. Da una situazione stressante si può uscire. Occorre lavorarci, a piccoli step, giorno dopo giorno. Non esiste una risposta univoca che vale per tutti, ma esistono delle strategie che tutti possiamo mettere in atto per praticare un sano distacco emotivo quando è il caso di farlo.

Emotional awareness, ovvero: diventare consapevoli delle proprie emozioni per vivere meglio

Quello che segue è un esercizio che puoi praticare per creare “consapevolezza emotiva”. Da questo momento ti invito a guardarti dentro, staccarti dalla situazione esterna e portare l’attenzione su di te.

Chiediti:

  1. Come mi sento in questo momento fisicamente? Quali emozioni sto sperimentando?
  2. Quali sono i pensieri con i quali ho creato queste emozioni? Qual è la storia che mi sto raccontando?
  3. Quale livello energetico è associato a queste emozioni?

L1: apatia, letargia, risentimento, frustrazione, insicurezza;

L2: rabbia, risentimento;

L3: perdono, tolleranza;

L4: compassione, amore, gratitudine;

L5: fiducia, pace, curiosità;

L6: gioia, calma;

L7: assenza di paura, assenza di giudizio verso sé e gli altri, passione totale.

Prova a fare un check delle emozioni durante il giorno: in quali situazioni scattano determinati trigger? Quali sono i livelli in cui ti ritrovi di più rispetto ai diversi ruoli che ricopri nella vita?

Provare a guardare ai fatti, staccandoli dalle emozioni che provi è un ottimo metodo per cambiare prospettiva. Ricorda che i fatti in sé sono privi di emozioni. Le emozioni, invece, appartengono solo a te e rispecchiano il modo in cui vedi te stesso in relazione all’ambiente e agli altri. Anche se all’inizio ti sembrerà difficile da comprendere, posso dirti che le emozioni che provi sono frutto di una scelta, la tua. Nel momento in cui inizi a distaccarle dai fatti e a comprendere quando scattano e perché hai anche il potere di fare lo shift, passando dai livelli più bassi ai livelli più alti. Se vuoi approfondire i livelli energetici ti invito a leggere qui e a scoprire di più sull’Energy Leadership Index Assessment.

Le emozioni nascono dalle aspettative

Se non ti aspetti nulla non sarai deluso. Avere delle aspettative è naturale e rispecchia la nostra visione del mondo, quella che abbiamo di noi e degli altri. Però è anche vero che avere delle aspettative “fuori” dal proprio sé vuol dire dare potere a tutto ciò che non ci appartiene. Le uniche aspettative che possiamo nutrire sono quelle nei nostri confronti, perché è su quello che agiamo. Lì si esprime tutto il nostro potere naturale. Al contrario, quando ci aspettiamo che gli altri si comportino in un certo modo e poi questo non accade, allora subentra la frustrazione, la rabbia, e tutto quello che ci porta a vibrare a un livello energetico molto basso. Ecco, arrivare a staccarsi emotivamente da certe situazioni richiede il distacco dalle aspettative all’esterno di sé.

Cosa posso fare ora?

Praticare un distacco emotivo non è la cosa più semplice, e spesso serve un’aiuto professionale. Ti interessa approfondire l’argomento e fare un percorso di coaching volto alla comprensione delle emozioni e alla consapevolezza profonda di te? Contattami! Troveremo insieme gli strumenti che possono fare al tuo caso. Utilizza questo form 👇

    Rispondi

    %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: