Ed eccoci giunti al periodo dell’anno in cui si fanno i conti con se stessi prima di prepararsi ad affrontare il prossimo, nuovo anno. Di solito questo periodo coincide con i classici “buoni propositi per l’anno nuovo”, che molto probabilmente non verranno eseguiti come da piano, ma redigere la lista ad alcuni di noi serve a sentirsi un po’ meglio.
In un modo o in un altro facciamo sempre i conti con noi stessi. Come se ci fosse una parte di noi a guardaci, intanto che ci portiamo avanti con la vita. Se chiedessimo a questa parte di noi che ogni tanto si estranea e ogni tanto ci giudica di mettere tutte le sue energie per aiutarci ad affrontare le situazioni difficili che incontriamo, molto probabilmente soffriremmo meno e riusciremmo a portare a termine molte cose, inclusi i buoni propositi che ogni anno, inevitabilmente facciamo.
Ma torniamo all’argomento di questo post. Bilanci 2020. Ho scritto subito il titolo come prima cosa, per evitare di perdermi. Questo perché ho tante cose da dirti e perché il periodo che sto vivendo è ricco di cose che vorrei condividere con te e ti prometto che ci sarà il tempo per fare anche quello. Però una cosa voglio farla, oggi. Ti invito a fare spazio dentro te per le parole che leggerai. Il motivo per cui ho voluto dedicare questo pensiero a te, poco prima di Natale è la mia intenzione di farti un regalo speciale. Quindi apri il cuore e la mente a quello che starò per dirti, e fa’ tua ogni singola parola che seguirà.
L’anno dello tsunami emotivo
Fare bilanci quest’anno è un’impresa. È stato un anno difficile, ma ce l’hai fatta. Ce l’abbiamo fatta e siamo qui.
La pandemia ci ha travolti, nessuno di noi l’avrebbe voluta, nessuno di noi se l’aspettava. Quando l’epidemia dilagava in Cina, nessuno si rese conto che da lì a qualche mese ce la saremmo trovata a casa. A fine febbraio la paralisi. Ci siamo trovati spiazzati, ma non c’era tempo né modo di ignorare quello che stava accadendo. Abbiamo dovuto stravolgere le nostre vite e ci siamo resi conto che la cosa più preziosa che abbiamo è la salute, o meglio, la vita in generale. Di fronte a una minaccia esterna restiamo impietriti, ma poi un po’ per istinto di sopravvivenza un po’ per scelta, ci rendiamo conto che la vita ci appartiene che che dobbiamo andare avanti.
Se mi segui da un po’ di tempo a questa parte sai che ho lasciato il lavoro a febbraio per mettermi in proprio e lavorare come coach. La particolarità di questo periodo ha fatto sì che mi rendessi conto di quanto grave fosse la situazione. Molte persone si sono rivolte a me perché si sentivano bloccate. Altre perché avevano iniziato a mettere in dubbio qualsiasi cosa, rendendosi conto che quella non era la vita che volevano. La pandemia si è rivelata essere uno tsunami emotivo e ha fatto risalire il sommerso, un po’ in tutti noi. Man mano che andavo avanti nel mio lavoro, mi rendevo conto di quanto fosse necessario parlare di emozioni e allontanarsi dal classico processo di coaching nel quale si lavora per obiettivi.
Le persone volevano essere ascoltate. Avevano bisogno di tirare fuori tutto quello che gli esplodeva dentro. A livello generale, di emozioni si è parlato troppo poco. Per questo l’esperienza che ho avuto tramite il mio lavoro, mi porta a chiederti un favore personale, un invito a fare quello che sto per dirti, da subito: Tira fuori le tue emozioni e non reprimerle. Accoglile, accettale e trasformale in qualcosa di buono per te.
La mia prima intenzione è quella di provare a restituirti il valore di ogni singola emozione che hai provato in questo periodo. Per tutte quelle volte che non c’è stato il tempo di comprenderla, lasciarla scorrere e metabolizzarla. Per tutte quelle volte in cui non ti è stato dato spazio, perché occorreva essere responsabili, razionali. Hai presente la sensazione di “castrazione emotiva”? Se ti sei trovato nella condizione di dover auto-castrare le tue emozioni, bloccandole, o se qualcun altro ti ha imposto di farlo, sappi che da questo momento è bene che tu cambi rotta.
Quello che ti auguro è che tu possa accogliere il tuo lato emotivo, accettando tutte le tue emozioni. Perché le emozioni sono vita e orientano le tue scelte. Ecco perché è importante normalizzarle e validarle. Gran parte del lavoro che si fa con il coaching verte proprio su questo. Quindi, non sentirti sbagliato tutte le volte che penserai di provare un’emozione sbagliate. Piuttosto, cerca di capire come puoi trasformare quell’emozione che giudichi come “negativa” in qualcosa di costruttivo per te. Ricorda: le emozioni hanno tutte una ragione d’esistere. Così come i fatti, esse sono quel che sono e molto spesso nascono dal pensiero che c’è dietro. Nel momento in cui le etichettiamo come “giuste” o “sbagliate” stiamo dando dei giudizi che non ci aiutano a trasformarle in altro.
Qual è il mio scopo nella vita?
Questo è il secondo argomento con cui ho avuto più a che fare quest’anno. Come ti dicevo, molti mi hanno contattato perché a un certo punto si sono resi conto che la vita che avevano scelto ha iniziato a stargli stretta. In altre parole, è come se si fossero resi conto di avanzare in modalità “default”. Ti è mai capitato? Fai qualcosa che hai sempre fatto, diventa parte della tua routine e a un certo punto ti fermi e ti accorgi che non è ciò che vuoi veramente. A quel punto ti chiedi da dove provenga quel malessere che nasce dentro te, e la domanda che ti fai è: qual è il mio scopo nella vita? Qual è il motivo che mi spinge ogni mattina ad alzarmi dal letto per iniziare una nuova giornata?
Se ti sei rivisto in questo scenario sei già sulla buona strana. Vuol dire che quest’anno ti ha dato modo di riflettere su di te, a livello profondo, e che sei pronto a tirare fuori la tua “verità”, ad accogliere un nuovo “te” e a raccogliere tutte le energie affinché avvenga il cambiamento di cui necessiti. Se non ti sei rivisto in queste parole è perché sei una persona consapevole di sé che ha scelto di vivere la vita che desidera. Per te non esiste la modalità “default” perché vivi in funzione delle tue esigenze, riesci a comprendere chiaramente quali sono i tuoi bisogni e se qualcosa non va secondo il piano iniziale hai la capacità di cambiare rotta o di voltare pagina. Magari c’è qualcosa che vorresti cambiare, ma lo farai a tempo debito.
Non c’è un modo di essere giusto o sbagliato. L’importante è che si arrivi, con il proprio tempo e la volontà all’obiettivo di vivere una vita appagante, quella che si è scelta. Quello che voglio dirti è che molto spesso le difficoltà che le persone incontrano nel perseguire i propri obiettivi dipendo dal fatto che non si è fatta sufficiente chiarezza su cosa si desidera veramente, quello che molti chiamano “purpose”, scopo. Ed è una delle cose più difficili da capire, a volte non basta l’intera vita. Quindi, il punto di partenza è ascoltarsi, dialogare con sé. Dopodiché individua il tuo scopo e tracciane la rotta.
Se vuoi ottenere risposte giuste impara a farti domande giuste
E qui provo a darti una mano io. Ti condivido un esercizio che ho fatto su di me quest’anno, prima di arrivare a capire che avrei dovuto lasciare il lavoro. Prendi carta e penna e rispondi alle seguenti domande. Prendile come una traccia, un punto di partenza che potrai approfondire aggiungendo ulteriori domande. Ti suggerisco di scrivere perché la scrittura aiuta a liberare le risposte e a fissare le idee.
Quando avrai dato tutte le risposte, fai un cerchio sulla cosa più importante per te. Quello sarà il tuo punto di partenza, l’obiettivo sul quale dovrai lavorare. Ricorda che non sempre gli obiettivi rappresentano qualcosa di tangibile da ottenere. Quest’anno ho lavorato con persone che desideravano cambiare lavoro, ma che durante il percorso di sono rese conto che avevano un gran bisogno di diventare più consapevoli di sé e di abbandonare vecchie credenze limitati. Per questo è importante far chiarezza all’inizio di qualsiasi percorso.
Se fai fatica a far chiarezza allora cerca di capire qual è il problema, cosa potrebbe bloccarti dall’avere una visione chiara di ciò che desideri per te. Potrebbero essere delle paure, delle credenze che ti hanno accompagnato per tutta la vita e di cui faresti bene a liberartene, oppure l’attaccamento al giudizio degli altri.
L’insegnamento più importante
La lezione più importante di quest’anno per me è solo 1: essere responsabili di sé. Questo è quello che mi ripeto come un mantra, ogni mattina, e che ripeto alle persone che lavorano con me, tutte le volte in cui la prima reazione è quella di vedersi “vittime” del mondo esterno, o di se stesse. Ciascuno di noi è responsabile della cosa più cara che possiede, la propria vita. Cosa vuoi ottenere per te? Come immagini la tua vita tra qualche anno? Ottenerlo o meno dipenderà da te, dalla tua volontà, dalle risorse che metterai in campo, da quanto sarai disposto a svestirti del vecchio per far entrare il nuovo, un nuovo che sia più simile alla vera immagine di te, quella che ti auguro venga fuori.
A questo punto mi piacerebbe sapere se sei pronto ad accogliere questo insegnamento e a partire da te. Se ti si è accesa la lampadina dentro o se hai sentito qualche impulso leggendo, come fosse un moto interiore, non preoccuparti… è l’energia che scorre e che contagia 😊 Da parte mia troverai il massimo sostegno, se lo vorrai, quello che servirà a farti volare in alto, il prima possibile e nella direzione che tu avrai scelto per te.
Se ti va di approfondire questi argomenti e di lavorare sul tuo “scopo” da oggi stesso potrai fare un percorso di coaching con me, di 4 sessioni. Se decidessi di regalarti il percorso io ti regalo l’ELI assessment, uno strumento potente di coaching che utilizzo con alcuni clienti e che io stessa ho provato su di me. La mia porta è aperta, e mi auguro che lo sia anche la tua.
Ti lascio con una frase che mi sta molto a cuore.
Quindi ama, credi, fa’, vivi.
Con affetto sincero.
Enza